Nella terapia omeopatica esiste un fenomeno molto particolare. Le persone che già si curano da tempo con l'omeopatia e ne hanno sperimentato i benefici già lo conoscono: si tratta dell'aggravamento omeopatico.
Che cos'è? L'aggravamento omeopatico si verifica quando il medicamento omeopatico accentua inizialmente alcuni sintomi del paziente. Succede che proprio i sintomi che magari sono più in evidenza, e che vogliamo curare per primi, si aggravano quando si inizia ad assumere il rimedio.
Ma perché accade? E che significa? Dobbiamo preoccuparci?
La risposta è no, non c'è niente di cui preoccuparsi se si verifica un aggravamento omeopatico. E anche il medico può confermarcelo.
L'aggravamento omeopatico si verifica perché il medicamento stimola la reazione dell'organismo ammalato: indica dunque che il rimedio sta agendo.
In questi casi bisogna ovviamente annotare le reazioni. E lasciare che il rimedio faccia il suo lavoro. Solo raramente, in casi di particolare complessità o sofferenza, il medico potrà attenuare la reazione dell'ammalato con un altro medicamento che faccia da moderatore.
Spesso, su articoli e pubblicazioni che leggo in giro, si fanno delle schematizzazioni: se il rimedio è cronico l'aggravamento omeopatico avverrà più lentamente e sarà più lungo, se invece trattiamo un caso acuto l'aggravamento si risolverà in poche ore... Questo può essere vero a volte, altre no, perché ogni caso è diverso: ricordiamoci che l'omeopatia cura la persona nella sua individualità insostituibile e non riproducibile, e lo fa con rimedi e diluizioni fortemente personalizzati.
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Ricordo un episodio significativo di aggravamento omeopatico, che mi è rimasto impresso.
Il malato era nella fase iniziale della cura omeopatica, e osservammo l'accentuarsi in via assolutamente transitoria della dermatite che lo affliggeva cronicamente. Allo stesso tempo, il paziente mi disse che si sentiva più teso, più sollecitato a livello nervoso. Tutto ciò si associava a una sua iniziale reazione emotiva.
Questo perché il medicamento aveva agito su un blocco del paziente, rimuovendolo: per cui egli divenne più consapevole, e, ad esempio, si accorse di sopportare sempre meno la condizione di dipendenza e di umiliazione di cui soffriva al lavoro. Condizione che poteva essere dovuta al suo modo di porsi in relazione con gli altri: aveva un forte tema di autosvalutazione, e si puniva, esponendosi all'insulto o al biasimo.
Nell'osservare le reazioni a un rimedio, non basiamoci troppo su casistiche e seguiamo ogni cura come un caso a sé. Perché lo è!
Quello che possiamo dire di "generalizzabile" è che l'aggravamento omeopatico è un avvenimento positivo. Non è pericoloso, anzi: indica che il rimedio sta svolgendo bene la sua azione di cura, e che siamo sulla strada giusta per la guarigione!
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E nel tragitto, più o meno intenso, che fa parte del percorso terapeutico, il soggetto diviene consapevole dei suoi problemi psicologici e sente anche nuove energie. Sviluppa un approccio diverso alle problematiche della vita. Capisce gli errori che ha continuato a ripetere in maniera più o meno automatica. Valuta i suoi limiti. Conseguentemente modifica la sua sensibilità e i comportamenti. In questo modo, la persona cresce…
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Vorrei sapere se esistono farmaci omeopatici per l’epessia.
Grazie