Risponde il dott. Antonio Abbate: è medico, omeopata e agopuntore ed è il direttore del Centro di Medicina A.Mazi Elizalde.
Scrivi all'omeopata è la rubrica di consigli sulla salute: il dott. Antonio Abbate risponde alle domande dei pazienti per parlare insieme di come stare bene.
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Gentile Dottore,
sono in cura da uno psichiatra, e prendo 40 mg di paroxetina al giorno.
Il mio problema è che durante i colloqui si parla soltanto del dosaggio dei farmaci e di come vanno.
Ma secondo me sarebbe molto più importante parlare degli innumerevoli problemi che purtroppo mi hanno portata, nel corso dei miei 45 anni, a soffrire di ansia, di depressione, e di DOC, se non di altri problemi non ancora rilevati.
Quello che Le chiedo è se è previsto, nel corso di una terapia psichiatrica, che vi siano anche dei colloqui conoscitivi per affrontare episodi che possono avere rappresentato dei problemi nella vita del paziente... e per rielabolarli, oppure se questo accade solo negli incontri con gli psicologi...
Questo scambio mi manca molto e mi fa sentire "non aiutata".
Il farmaco aiuta a stare meglio, certo, ma non mi aiuta a "ripulire" la mente da tutto ciò che ancora
mi disturba profondamente.
L'omeopatia può intervenire in questi casi? Può aiutare ad esempio chi soffre di DOC, ad alleviare il proprio disagio, e a stare meglio?Grazie infinite in anticipo per il prezioso supporto.
L.
Gentile Signora,
grazie per avermi scritto, e per questa sua condivisione sulla fatica del suo percorso.
Spendo due parole per chi dei nostri lettori volesse capire meglio: il DOC è il disturbo ossessivo-compulsivo. Una condizione clinica caratterizzata da pensieri, immagini, dubbi oppure impulsi ricorrenti, che persistendo causano un forte disagio psicologico nella persona. A essi, si associano comportamenti o azioni mentali ripetitive che l'individuo si sente obbligato a eseguire in modo stereotipato, sottoforma di rituali, sperando che l'ansia conseguente a questa condizione psicologica si riduca.
L'omepatia sicuramente può aiutare chi vive questa condizione di sofferenza a reagire, guarire, stare meglio, evolversi. In Medicina Omeopatica ci sono decine e decine di medicamenti che possono aiutare chi vive questa condizione psicologica.
(Piccola precisazione: in Omeopatia non c'è "il farmaco per la DOC", come vediamo invece per gli psicofarmaci. Ciascun medicamento omeopatico va prescritto sulla personalità del paziente e sulle caratteristiche dei suoi sintomi. E viene scelto in relazione alla situazione specifica dello specifico soggetto ammalato. Leggi anche: La personalità del rimedio omeopatico)
Port a esempio tre rimedi in particolare, ricavati da sostanze del mondo vegetale, minerale, animale.Questi tre rimedi che hanno delle caratteristiche che possono prestarsi a curare i disturbi ossessivo compulsivi, e quindi sono spesso scelti e presi in considerazione in questi casi.
THUYA OCCIDENTALIS
Un medicamento vegetale, indicato quando il soggetto soffre di ogni genere di cattivi pensieri che non riesce o non vuole dominare.
La persona vive spesso questa sua condizione come una punizione per qualcosa di cattivo, di cui si sente colpevole; e inoltre sente che gli può capitare da un momento all'altro una disgrazia o un incidente. Tutto ciò scatena una forte ansia.
GRAPHYTES
Un medicamento di origine minerale: la grafite. Indicato nei soggetti tendenzialmente apatici o anchee obesi, costantemente esitanti, afflitti da innumerevoli pensieri che vertono sulle loro capacità ad affrontare la vita: ci riesco? Sarò capace? No, non sono capace… Sono soggetti meticolosissimi, in modo ossessivo, controllano molte volte anche le loro azioni più semplici.
ANDROCTONUS
Prodotto con il veleno dello scorpione del genere Androctonus.
(Il veleno è molto potente, il medicamento ovviamente è privo di qualsivoglia effetto collaterale: potrei ingerire globuli a volontà senza venirne in nessun modo danneggiato! Non dimentichiamo che in omeopatia vengono utilizzate le ultradiluizioni infinitesimali delle sostanze. Leggi anche: Omeopatia: 5 cose da sapere!)
I soggetti per cui è indicato il medicamento sono persone fortemente irritabili e impulsive. Nelle crisi di collera possono addirittura arrivare a sentire l'impulso di uccidere. Sono molto distratti, hanno pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi di vario genere. Compiono azioni che poi ripetono e ripetono più volte. Temono la gente e mettono in atto mille difese per evitarla.
Per quanto riguarda i suoi sintomi, cara Signora, lei ha ragione: la cura psichiatrica basata sulla mera sommistrazione di farmaci non può bastare a una guarigione piena e felice. Ed è importante che la sua condizione venga affrontata anche con una buona psicoterapia, ad esempio.
Non so se lo psichiatra che lei ha scelto sia anche uno psicoterapeuta... Ovviamente tutti quegli psichiatri che non hanno competenze psicoterapeutiche incentrano la loro attività professionale essenzialmente sulla prescrizione farmacologica.
Sembrerebbe che tra lei e lo psichiatra non ci sia sufficiente comunicazione.
Lo psichiatra probabilmente cerca di fare del suo meglio, per adeguare la cura farmacologica alla sua condizione clinica, però lei si aspetta una comunicazione diversa, più completa, più "lenta", e che il suo psichiatra le proponga di iniziare una psicoterapia.
Le suggerisco quindi di esternare con chiarezza queste sue esigenze al suo medico, cercando un confronto franco, in piena tranquillità. Starà a lui, poi, agire da professionista: accogliere queste istanze e prospettarle possibilità diverse, che lei avrà sicuramente il diritto di approfondire e di scegliere in libertà e consapevolezza.
Cari saluti e grazie per avermi scritto!
Dott. Antonio Abbate
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Per approfondire, leggi qualcosa in più sull'Omeopatia sul sito di Omeoroma.
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Dott. Abbate